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Minimalismo nell’Era Informatica

…ovvero “come mai quando una volta compravi un programma ti davano 5 kg di carta e adesso la documentazione dei prodotti sta su un francobollo”.

Come ho scritto nel post precedente, ho appena comprato un Mac Pro a un costo non molto popolare e sono rimasto quantomeno colpito dal fatto che dentro alla confezione (bella), oltre al computer c’erano circa 10 cm2 di manualistica. In alcuni casi, gli help in linea dei programmi richiedono la connessione a Internet, tanto per non rubare spazio su disco. I due CD sono per l’eventuale reinstallazione del sistema e dei programmi nel caso in cui il Mac andasse a remengo voi decideste in modo assolutamente spontaneo di ripristinare la situazione originale solo perché ne avete voglia, non certo perché un Mac possa mai crashare malamente. Me l’ha detto il commesso in negozio, con lo sguardo leggermente fisso nel vuoto.
Un paio di immagini prese nella cornice naturale di casa mia:

Quello nero è un pannetto per tergere le lacrime dopo la spesa

Il tomo "Tutto Mac" a confronto con una comune pila da 9 volt

Ovviamente i castori gioiscono perché il loro habitat è stato preservato dalla devastazione e io sono solidale con la loro causa ecologista: però un pochino di documentazione in più me la sarei aspettata. So che questo post dichiarerà in modo impietoso la mia senilità, ma vorrei testimoniare alle nuove generazioni lo spreco gargantuesco di carta dei produttori di software e hardware ai tempi che furono (“gli anni oscuri” secondo il calendario dei castori).

Nella prossima pagina, qualche immagine rivelatrice tratta dalla Cripta Informatica del mio ufficio:

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Il Salto Della Quaglia: Got a Mac

Poche righe per ammettere di essermi lasciato contagiare dalla moda: ho comprato un Macbook Pro ed è quello che sto usando ora per scrivere questo post.

Dopo un’ora dal primo avvio ho ancora la sensazione di quando si prova a farsi la barba con la sinistra, ma è piuttosto normale quando si prova un sistema operativo nuovo: io ho usato tanto DOS e Windows (da 3.1 a XP, Vista il meno possibile), relativamente  poco Linux specialmente negli ultimi tempi, quasi nulla BSD e altri Unix. Mac per me è completamente sconosciuto: ovviamente zio Steve non si abbasserebbe mai a fare qualcosa di così volgare come mettere un manuale cartaceo nelle sue belle scatole, quindi bisogna fidarsi del fatto che il Mac è semplicissimo. In effetti c’è un po’ di documentazione, ma del tipo “Accendete il computer e usatelo. Sentitevi liberi di cambiare l’immagine dello sfondo, ma non perdete tempo a cercare di configurare il sistema, tanto probabilmente peggiorereste la vostra situazione. Avvertenze sulla Sicurezza: non fissate lo schermo per più di 8 ore consecutive, per sollevare oggetti pesanti flettete le gambe, mettetevi sempre la maglia di lana e se al primo appuntamento lei vi dice che di solito non fa certe cose non credeteci”. 

Ora naturalmente si tratta di migrare tutti i miei documenti, musica, foto etc. dal mio Sony Vaio al Mac. E indovinate chi si è appena accorto di aver lasciato il suo fedele cavo incrociato in ufficio? (a 10 km di distanza e stasera c’è pure la nebbia)…

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